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Eccomi davanti a voi!
Da quando mi conosco, la voglia di essere diversa dagli altri mi ha portato a cercare modalità di espressione con strumenti facili per ottenere dei risultati spettacolari.
I tempi della mia adolescenza non erano i tempi della libertà di espressione, ma tempi di grigiore e massificazione nell'abbigliamento: dovevamo essere tutti uguali allora. Anni '80-'90. Romania.
Il mio modo di "ribellione" era innocuo. Nella casa dei miei genitori, con la mamma lavoratrice in fabbrica che per svagarsi cuciva e attorcigliava fili di lana e cottone, io iniziai la mia avventura vestendo le bambole e infine vestendo me. Ore e ore sferruzzando, appassionandomi a tal punto che non trovavo divertimento più grande che progettare e realizzare maglie sempre più complesse. Se il risultato non era soddisfacente, non mi pesava disfare e correggere. Le mie maglie erano di un grande impatto visivo ed emozionale, armoniose nei colori e abbinamenti di trame e pizzi, sensualità ed eleganza in un capo unico.
Chiunque indossava qualcosa di mio, diventava subito protagonista.
Facevo maglia ovunque, a scuola nelle pause, sotto il banco, aspettando in una fila, riposandomi nel parco, guardando addirittura un film.
Nella mia vita ho fatto altre esperienze, ma non ho mai smesso di fare maglie e poche volte sono scesa ai compromessi. Le mie creazioni non tengono il caldo, ma tengono gioia di farsi indossare il fascino dell'unicità.
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